„Una traduzione è riuscita quando non sarà riconosciuta come tale.“
Grazie ad un soggiorno di due anni in Italia, precisamente a Firenze, ho avuto modo di conoscere ed apprezzare il paese, la gente e la loro lingua. Le esperienze qui raccolte mi hanno influenzato molto: hanno reso più sensibile la mia capacità di percezione, arricchito le mie conoscenze e mi hanno permesso di sperimentare costantemente uno “spirito” di vita italiana. Il soggiorno in Italia e le impressioni raccolte in questo paese sono state inoltre il motore che mi ha spinto a studiare l’Italiano e mi aiutano tutt’oggi nel mio lavoro di traduttrice.
Padroneggiare una lingua perfettamente significa conoscere il contesto nel quale essa viene usata e si è sviluppata; queste conoscenze permettono di riconoscere un messaggio e di capirlo. Essendo il mezzo di comunicazione più usato, la lingua non è perfetta e i suoi limiti devono essere letti tra le righe. La lingua serve al messaggio, alla trasmissione di informazioni; essa ha uno scopo.
L’obiettivo che mi pongo con il mio lavoro è quello di trasmettere un messaggio in un contesto definito in modo che il destinatario riceva quanto il mittente ha avuto l’intenzione di comunicargli, come se non ci fosse stato un testo originale.
Intendo una traduzione come un testo che relativamente alla sua costruzione si orienta al contesto, al target e al messaggio, in modo che la differenza tra le informazioni trasmesse e quelle ricevute sia la minore possibile.